L’immaginazione è l’arma più potente che abbiamo per concretizzare e delineare buona parte dei nostri dubbi. L’estro di un artista, d’altronde, è scaturito da una serie di domande circa i misteri che avvolgono l’esistenza. Certi misteri restano tali, altri vengono svelati e altri ancora assumono la forma di una profonda caverna oscura dove solo i più temerari osano inoltrarsi. Fino a qualche anno fa la creatività, anche quella più grezza, appariva come uno strumento necessario per strofinare la superficie di un mondo sbiadito, governato da leggi indecifrabili.
Un minimo, seppur potente, contatto con questa realtà ci portava a raccontare storie ricche di nuovi significati; storie che gravitavano attorno a un unico nucleo di esperienze mai vissute. Questo perché la nostra creatività è figlia di un gigantesco contenitore dove sogni, speranze, ambizioni, paure e tanto altro si incontrano per trovare una voce.
Tutto questo fino a qualche anno fa. Se prima l’essere umano poteva contare solo su stesso, ora può fare affidamento su una mente che dà fondo a un immenso database di elementi che hanno contraddistinto tutte le nostre epoche. Questo è un male? Be’, dipende dai punti di vista. Il cambiamento fa parte di noi, sia che porti con sé una accezione negativa che positiva. Seguire il flusso della corrente spesso può rivelarsi un evento fortuito, altre volte, invece, rischiamo di perderci in un vasto oceano dove all’orizzonte si intravede nient’altro che acqua.
“AI – Intelligenza artificiale” di Steven Spielberg rifletteva su un futuro che accennava già diversi cambiamenti. Il film dimostra quanto i “meccha”(IA) potessero, al contrario delle aspettative, empatizzare ed entrare in sintonia con il genere umano. “Meccha” e “orga” (umani) sono separati da una linea di demarcazione che, con il recente avvento della nuova era tecnologica, diventa sempre più labile.
A tal proposito, NaNo Film Plus, ha organizzato un seminario (CLICCA QUI) che vede alcuni personaggi di spicco della realtà audiovisiva interfacciarsi con questa nuova e performante “macchina della creatività”. L’obiettivo del seminario è quello di confrontarsi su opinioni e visioni diverse.
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L’intelligenze artificiale può davvero figurare come spalla nei processi creativi e in quelli produttivi o col passare del tempo non farà altro che mettere in secondo piano il lavoro dell’uomo?
È bene interrogarsi su una tematica così attuale, anche perché il futuro tecnologico sembra ormai riversarsi in gran parte dei settori. Il cinema qui gioca un ruolo fondamentale e ai cineasti è offerta una visuale più unica che rara.