Free Fall è il cortometraggio che si è portato a casa due premi durante la serata finale della quarta edizione del NaNo Film Festival: miglior film (assegnato dalla giuria di qualità) e miglior drama.
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Il film è diretto dal regista francese Emmanuel Tenenbaum che da anni, assieme allo sceneggiatore canadese Guillaume Fournier, hanno realizzato progetti con uno sguardo brutalmente sincero sulle multinazionali, così da permettere allo spettatore di affacciarsi su un piccolo spaccato di realtà che talvolta è mistificato o addirittura glorificato dai classici stereotipi.
Free Fall: l’11 settembre passa in secondo piano
Il 9/11 è stata la catastrofe che ha segnato l’intera umanità, ma in Free Fall l’attenzione si concentra su qualcos’altro.
Ted è un trader di una banca londinese e le sue prestazioni lasciano molto a desiderare. Infatti è malvisto dall’intera compagnia e la sua situazione lavorativa è piuttosto precaria. Dopo l’attentato alla prima torre, Ted intuisce che non si tratta di un incidente ma di un vero e proprio attentato terroristico. È così che inizia la più grande scommessa della sua vita.
Il personaggio di Ted è il classico antieroe che necessita di un riscatto. Empatizziamo fin da subito con lui. Infatti, sin dalle prime immagini, si dimostra nervoso e intimorito e il trattamento che i collegi gli riservono non fa altro che avvicinarci a lui. Non sa come comportasi, soprattutto ora che uno dei senior dell’ufficio, Freddie, è in America per lavoro. La prima torre viene colpita e subito nella mente di Ted si palesa un’idea poco chiara ma che potrebbe fargli riguadagnare il rispetto che merita: quello che sta accadendo farà crollare il mercato, bisogna vendere tutto.
Un susseguirsi di numeri su uno schermo nero dettano il ritmo delle ultime scene e la telefonata finale ci getta addosso la tremenda realtà.
Una critica alla società
Free Fall non intende soltanto mostrare l’ipocrisia del mercato e di che lo manda avanti, il discorso è molto più esteso di così. Il personaggio di Ted è costruito ad hoc per far sì che il pubblico si riveda nei suoi comportamenti, nelle sue paure, i fallimenti e le scommesse. Ted scommette su se stesso e anche noi, per quanto sbagliato possa essere, scommettiamo su di lui.
La critica che il regista muove abbraccia l’intera umanità. Ci sono due schermi: da una parte il rendimento del mercato azionario e dall’altra il mercato che va a fuoco e crolla. È un punto di vista tremendo ma che rispecchia perfettamente la visione materialistica di una società troppo preoccupata al capitale e ai titoli.
Free Fall è un capolavoro di scrittura che, attraverso un peculiare punto di vista che fino ad ora non era mai stato approfondito, si dimostra come una doccia fredda per il pubblico.