“Vuja De” si è aggiudicato il premio WeShort alla quarta edizione del NaNo Film Festival. Il cortometraggio è diretto dal regista bulgaro Viktor Ivanov. Una storia che parla al futuro e che ha occhi rivolti verso il passato. “Vuja De” è una ventata d’aria fresca e ripercorre in maniera brillante e innovativa la corrente artistica della Nouvelle Vague.
Il cinema francese degli anni ’50 si esprimeva per sussulti, per attimi di pura verità. La Nouvella Vague è stata portata avanti da artisti del calibro di Francois Truffaur e Jean-Luc Godard. Viktor Ivanov riesce e riprendere queste ideologia artistica, rintroducendo la cosiddetta “politica dell’autore”. Quest’ultima conferisce ad una storia filmica un tratto distintivo del regista, diventando quindi una quadro clinico e personale dello stesso autore.
Filippo Scotti e Clara Benador sono i protagonisti del cortometraggio. Interpretazioni accattivanti e più che mai sincere. Inoltre, l’alchimia che si instaura tra i due dona alla storia un’impronta spavalda e assai comica.
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Questo cortometraggio affronta con un ritmo serrato ed estremamente incalzante la storia di due sposi novelli: una francese, l’altro italiano. Due ragazzi che provano l’uno per l’altra una certa idiosincrasia la quale li porta man mano a rivalutare loro stessi e quello che li circonda.
Il film riesce, attraverso una narrazione disarticolata e frammentaria, a tenerci incollati allo schermo e a divertirci. Una sorta di viaggio allo scoperta del vero che entra ed esce continuamente all’interno della narrazione. Una baraonda di sentimenti, prese di posizione, prese di coscienza e ribellione. Una storia che tratta in maniera passionale e per niente prevedibile l’amore. “Vuja De” ha il coraggio e l’indomita forza di gridare “ribellione” senza mai farlo davvero.
Il cortometraggio spinge chi lo guarda ad approcciarsi ad un realtà meno lineare, più confusionaria; a dei sentimenti meno concreti, più evanescenti; e ad un amore meno artefatto e più sincero.