Come resuscitare i defunti nei film

Dalla scienza, per poi passare alla magia, fino ad arrivare al cinema. I defunti non restano mai tali in film come quelli di James Whale, Tim Burton, Mel Brooks e…il nostro: “Un cuore per un cuore”.

Halloween si sta avvicinando e per i più appassionati è giunta l’ora di ripercorrere quelle che sono state le trasposizioni cinematografiche che hanno ricalcato il genere gotico introdotto dall’autrice inglese Mary Shelley con “Frankenstein o il moderno Prometeo”.

La storia del dottor Victor Frankenstein è conosciuta bene o male da tutti: Frankenstein è un brillante scienziato che decide, grazie ad una potente e innovativa invenzione scientifica, di creare la vita. Ma la storia nel corso degli anni ha subito notevoli cambiamenti ed è stata declinata da autore ad autore.

Attraverso piece, film e serie tv, la storia di Mary Shelley è sempre risuscita ad aderire bene con le epoche che si sono susseguite, fino ad arrivare ai giorni nostri con “Povere creature!” di Yorgos Lanthimos.

Il tema della resurrezione trova un posto stabile nel nostro immaginario comune perché ha radici profonde, a partire da una delle storie più antiche, quella di Gesù Cristo. Ora, lungi da me approfondire il discorso “culto religioso”, non sarei in grado di farlo, tantomeno mi sobbarcherei un argomento così ostico e fuori dalla mie competenze. Ma è curioso notare come certe storie scavino a fondo nella nostra immaginazione, fino a toccare corde sottili dell’animo umano. Questo è il fascino dei racconti: sono archetipi che inquadrano l’intera umanità.

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“Un cuore per un cuore” è un po’ il nostro tentativo di richiamare il fascino del gotico, però, sotto il genere fantasy. Mentre nel film di Burton, Victor tenta di riportare in vita il suo cane, così Medaline prova a fare lo stesso con suo fratello. Un tremendo incantesimo lo ha portato via e ora è necessario un sacrificio per far sì che ritorni a vivere.

Nelle storie la morte è soltanto l’incipit di un viaggio che porta a galla parti importanti dell’animo umano. È per questo che storie di questa risma hanno una così forte attrattiva su di noi. Siamo affascinati da ciò che non conosciamo, ma più di ogni altra cosa, siamo ossessionati da ciò che non potremo mai provare.

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