The Black reCat

The Black reCat, vincitore della categoria animation short della quarta edizione del NaNo Film Festival, è un cortometraggio in clay animation totalmente ispirato al racconto di Edgar Allan Poe “Il gatto nero”. Il film, diretto da Paolo Gaudio, riprende il discorso di Poe su come la pazzia e la razionalità siano strettamente e intimamente correlate e lo fa con una semplicità che rimescola le carte ma che tiene vivo il terrore che l’autore inglese adopera come riposta ad una società determinista.

La calymation è un dei tipi di tecnica utilizzati nella stop-motion. Si tratta di utilizzare materiali malleabili come la plastilina per animare la storia. Un scelta ottima che conferisce a The Black reCat un’atmosfera grezza e tetra.

Il racconto si apre con una citazione dell’autore inglese che anticipa il macabro finale. Un uomo in cantina è intento a tappare un buco nella parete di mattoni, ma qualcosa sembra tormentarlo. Un miagolio improvviso si leva da quella gola oscura, seguito da ambigue visioni che gettano il protagonista in uno stato di angoscia e rimorso. Al crollo della parete si scorgerà con orrore ciò che l’uomo ha lasciato in sospeso: un richiamo dall’oltretomba.

Il 9 settembre daremo via alle submission per la V edizione del NaNo Film Festival (CLICCA QUI). Non abbiamo ancora svelato il tema di quest’anno, ma pazientate, presto avrete le idee più chiare. Intanto, CLICCATE QUI e seguiteci sul nostro canale social.

The Balck ReCat esprime molto bene quell’aspetto primordiale di perversità insito nell’animo umano come risposta all’amore e ad una razionalità che spesso ci opprime. Edagar Allan Poe aveva costruito il racconto proprio su questa poetica ambigua che lascia riflettere e che in qualche modo trova del vero in ognuno di noi. L’essere umano è contraddittorio, non solo in ciò che dice, ma soprattutto, in ciò che sente. Il protagonista de’ “Il gatto nero” viene descritto all’inizio come un uomo dal temperamento docile e che ha sempre avuto una certa inclinazione amorevole verso gli animali. Ma questo amore può generare dell’odio. Una sorta di trasgressione che induce l’uomo ad abbattere quelle leggi che fanno di lui una persona razionale.

Una perversità che in “The Blac reCat” si evince perfettamente anche grazie alla tecnica utilizzata. La stop-motion qui non è casuale. Tale tecnica conferisce ad una storia animata una sorta di realismo che, se mescolato ad un atmosfera horror, riesce ad incutere paura. E credetemi se vi dico che questa storia non è per i deboli di cuore.

Scrivi una risposta