Possiamo amare soltanto nei film

Giorgio Agamben ha detto “…è per via della nostra impossibilità ad amare che siamo condannati all’amore”. Allora perché nei film l’amore ci appare come qualcosa di concreto, di definito e di infinitamente essenziale? Un film racconta una bella storia, drammatica o tragica che sia, e una bella storia è fatta di particolari e dettagli a noi noti a cui non diamo tanto peso durante le nostre giornate. Questo perché siamo ossessionati da ciò che non possiamo avere e da ciò che non esiste.

Quanti film parlano d’amore e quanti ne danno una propria concezione? La nostra concezione dell’amore si basa su quello che abbiamo visto, vissuto e aspirato per tutta la vita. Siamo così plagiati dalle storie che ci piacciano che finiamo inconsciamente per diventare parte di quello storie.

“Manhattan” di Woody Allen, ad esempio, racconta come a un certo punto della nostra vita ci assale una volontà e una certa predisposizione a innamorarci. Allen ha spiegato l’amore in tutte le salse, ma su un punto è sempre stato molto chiaro: le relazioni uomo-donna sono assolutamente assurde, ciononostante persistiamo perché siamo pazzi, masochisti e terribilmente romantici.

È più forte di noi, il romanticismo è l’ingrediente fondamentale per una bella storia. Ma i racconti partono sempre da un interrogativo che dipana per sommi capi un pensiero artistico ed esistenziale. Un riferimento a Massimo Troisi è doveroso. Infatti Troisi più volte si domandava se l’amore fosse possibile, e il più delle volte questo interrogativo veniva lasciato in sospeso. Ogni finale era per Massimo uno spunto su cui ripartire con una nuova storia.

Nora Ephron, abile penna del cinema, ha racontato l’amore con storie brillanti, peculiari ed evocativamente potenti. “Harry, ti presento Sally” costituisce le fondamenta di questo genere cinematografico e non finisce mai di essere attuale. Le relazioni uomo-donna qui nascono da un presupposto necessario per far nascere un sentimento tanto raro quanto l’amore: l’amicizia.

“Un bacio di troppo” nasce proprio da una domanda che si collega all’amore e di quanto certi amori possano in realtà rivelarsi meri strumenti per condizionare il prossimo.

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I film mostrano l’amore in tutte le sue sfaccettature, ma questo non significa che voi non possiate averne una vostra personale concezione (parlo soprattutto con i cinefili). Guardate i film, immedesimatevi e carpite i significati, poi andate avanti e guardate la vita dal VOSTRO punto di vista.

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