“Tre volte alla settimana” fa 19

“Tre volte alla settima” fa 19. Cos’è 19? Ma come, non lo sapete? Diciannove è la risata. Ancora non vi è chiaro? Si vede che non siete meridionali. Ogni persona, oggetto, evento, sogno è un numero della Smorfia, un libro che viene usato sin dall’antichità per interpretare gli elementi prima elencati e trarne dei suggerimenti su numeri vincenti da giocare a lotto.

Vincitore della categoria comedy alla quarta edizione del NaNo Film Festival, “Tre volte alla settimana” si presenta come un film degli anni ’80, epoca d’oro del cinema partenopeo, ma con una tinta grottesca che lo avvicina di più ai giorni nostri. Il cortometraggio sin dalle selezioni ci ha conquistato, perché porta con sé una filosofia che simboleggia il temperamento del napoletano e di come l’ironia che lo contraddistingue sia un grande spunto di riflessione facile da digerire.

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La vera Napoli – quella che si nasconde dietro la confusione, i semplici stereotipi, il mare, la pizza o il mandolino – la Napoli che sa raccontare, la Napoli che ha un modo tutto suo di osservare, la Napoli che con la sua genuina ironia sa far riflettere. Questa è la Napoli che racconta “Tre volte alla settimana”, cortometraggio diretto dal giovane Emanuele Vicorito. La storia sembra evocare quel mondo partenopeo archetipico che, dopo tutti i suoi cambiamenti storici, non ha mai abbandonato le stradine della città.

Nel Vico Scassacocchi, le sorelle Berrezzella sono accanite giocatrici del Lotto ed ogni inciucio, ogni gossip diventa per loro, sotto forma di numero della Smorfia napoletana, un pretesto per giocare con la fortuna. Ma la fortuna è fetente, è spregevole e può giocare dei brutti tiri mancini.

“Tre volte alla settimana” diventa quindi un modo per raccontare le dinamiche e il macabro destino del napoletano. Il classico meridionale, con la sua spasmodica fede, figlia di un’ingenuità assuefatta del folclore partenopeo, con i suoi simboli, le maschere e i portafortuna. Il tutto si riduce ad un numero. Si tratta di un colpo fortuito. E come le sorelle Berrezzella affidano il loro destino ad una veggente, così Napoli ripone le sue speranze nella mani della fortuna.

Prestate attenzione, la prossima volta che vi fate prendere dall’azzardata idea di giocare qualche numero, buttateci in mezzo anche il 19. Forse, e dico forse, la fortuna sarà dalla vostra parte.

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