Che sia fake news o meno, lo stupro ai danni di Biancaneve ci permette di affrontare un argomento oggi più attuale che mai: la libertà di espressione artistica.
Lo stupro ai danni di Biancaneve è stata un trovata di clickbaiting bella e buona (se non sapete cosa intendiamo cliccate qui), lanciata da testate giornalistiche di livello nazionale, e non da HoLaVerità.com. Solo nelle ultime ore, dopo un martellamento testicolare di qualche giorno, la stampa italiana ha attaccato l’ennesimo post-it sulla bacheca delle brutte figure, giusto per non perdere il guinness dei primati (leggete qui, e mettete a tacere il vostro animo sensibile e giustizialista).
Chiarita la questione, arriviamo al punto del nostro discorso: la reazione del pubblico e le 2.345.985.734 sensibilità con cui il mondo dell’arte deve avere a che fare. Perché no, amici lettori, se non vi è chiaro: l’arte non è più libera, o almeno stanno provando in tutti modi di incatenarla. White washing, pink washing, green washing (leggete qui e fatevi una cultura), non sono marche di detersivo, bensì azioni volte a dipingere un’idea di un altro colore, per venire incontro o addomesticare quello che i radical chic chiamano Politically Correct (si legge “CoVVect”, radicalmente con la R moscia).
Poiché siamo artisti della peggior razza, ci teniamo a specificarvi che …
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Comunque, ci teniamo a specificarvi che non siamo d’accordo nemmeno con chi dice che le parole, le identificazioni e le interpretazioni non hanno un peso. Ce l’hanno eccome, ma la differenza non è nell’intenzione ma nel contesto.
Arte libera tutti
L’espressione artistica è libera per antonomasia, e chi si sente offeso dall’arte è in malafede. Che intendiamo per arte? Forza, non fatecelo spiegare: sappiate, però, che in questo contenitore ci mettiamo anche la comicità (giusto per essere attuali, ndr). L’evoluzione sociale, per fortuna, rappresenta anche un’evoluzione delle sensibilità: queste, però, devono essere una spinta di innovazione e non di correzione reazionaria.
Esempio per bambini: se domani la Marvel o la DC vogliono dimostrare vicinanza alle minoranze dell’hinterland napoletano non possono prendere Clark Kent e dire che è nato a Marano! Piuttosto ci creano Capitan Marano, siamo tutti più felici, ed i cittadini della ridente hanno un supereroe a cui ispirarsi.
I prodotti artistici, quelli cinematografici in primis, sono figli dell’epoca in cui vengono creati: non si può pretendere di intervenire sull’idea partorita in un tempo diverso dal nostro. Inoltre, bisogna capire il contesto in cui questi nascono , e ritorniamo allo stupro di Biancaneve. Se quel film animato deve essere visto da bambini, perché noi cultori della libertà da bar dobbiamo negar loro l’idea che esiste un amore a prima vista che ti fa dare baci alla tua amata appena sveglia senza nessuna raccomandata di pre-avviso?!
Chiediamo scusa alla comunità LGBT per non aver usato al* tu* amat*, ma pensiamo sia chiaro che la nostra guerra è contro la censura da tastiera e la discriminazione al contrario. Siamo meridionali, quindi apparteniamo anche noi ad una minoranza crocifissa da secoli.
Peace & Love
Un commento su “Quello stupro ai danni di Biancaneve ed alla libertà di pensiero”