Quanto viene stravolta una sceneggiatura in fase di pre-produzione, produzione e post-produzione? Cosa comporta il cambiamento di alcuni aspetti del copione cinematografico? E, soprattutto, chi è l’artefice di questi cambiamenti?
La sceneggiatura, come abbiamo spiegato più volte (CLICCA QUI), è un processo lungo e complesso. Si articola attraverso vari step, i quali vengono declinati in un’opera cinematografica a tutti gli effetti. Ricordate: la sceneggiatura non è mai un’opera autonoma. Citando Pasolini: “La sceneggiatura come struttura che vuol essere altra struttura”. Un copione filmico deve essere per forza di cose adattato ad un racconto per immagini reali.
Il cinema è un’arte che non può essere compiuta da un solo soggetto. Il cinema richiede lavoro di squadra. Ciò vuol dire che uno sceneggiatore, una volta terminato il proprio scritto, si troverà a confrontarsi con vari reparti.
“Quanto viene stravolta una sceneggiatura?”: la sceneggiatura e la sceneggiatura desunta
E’ necessario differenziare la sceneggiatura dalla sceneggiatura desunta. La prima è il lavoro che compie lo sceneggiatore. Il copione cinematografico è pronto per essere preso in esame dai vari reparti di un set. Il primo è il produttore, in fase di pre-produzione. In seguito dal regista e dagli stessi attori, in fase di produzione. Infine, il montatore, in fase di post-produzione. Il prodotto finale sarà proprio la sceneggiatura desunta.
Tali revisioni modificano il prodotto originale e attribuiscono una forma spesso diversa da quello che era stato concepito. La produzione proporrà eventuali modifiche, per rendere il prodotto in un certo senso più commerciale. Il regista, una volta letto il copione, attribuirà alla sceneggiatura un punto di vista, un carattere, che renderà reale quel racconto. Gli attori cambieranno dei dialoghi, dei gesti, oppure delle emozioni. Il montatore stabilirà il linguaggio di quel girato che gli è stato consegnato.
Come vedete, quanto viene stravolta una sceneggiatura non lo decide un unico individuo, ma un’intera squadra. L’onore e l’onere di uno sceneggiatore è quello di non affezionarsi troppo alle proprie storie.
Un bravo sceneggiatore deve saper interpretare ogni critica costruttiva come un’opportunità per crescere. Il cinema non si fa da soli, è un lavoro arduo che ha necessita di un supporto importante.