Perché non esistono film di Pasqua?

Riparte la primavera, gli alberi tornano a germogliare, e per noi amanti della settima arte una sola domanda sorge spontanea tutti gli anni: perché non esistono film di Pasqua?

È vero, al momento il cinema è quello che è (se non te ne sei accorto, clicca qui), ma solitamente rincorre le festività che si susseguono durante l’anno. L’estate e l’autunno hanno i loro film: Pasqua, invece no.

Una festa è tale soprattutto per l’inevitabile impatto consumistico che ha sulla nostra società. L’esempio più eclatante, ed in netta controtendenza alla Pasqua, è il Natale. Non si contano le pellicole di stampo natalizio che negli anni sono state prodotte (clicca qui se ti senti nostalgico); queste, ovviamente, si inseriscono a pieno titolo nella cornice narrativa della festività più amata al mondo, fatta di alberi, presepi e uomini in sovrappeso vestiti di rosso.

Perché, allora, non esistono film di Pasqua? Riflettiamoci insieme.

Ovviamente, quando parliamo di film di Pasqua ci riferiamo a pellicole che siano ambientate, anche nei giorni nostri, durante quel periodo, che siano inserite in quella cornice narrativa. Per questo motivo, riteniamo ovvio escludere i milioni di film che hanno per protagonista il supereroe più famoso della storia: quello che viene inviato dal padre sulla terra, combatte il male, muore e risorge. Eh no, non stiamo parlando di Superman.

Il periodo

Innanzitutto, il primo punto da esaminare in controtendenza al Natale è il periodo. La festività invernale, anche per ragioni commerciali, inizia a prendere vita già dalla seconda metà di novembre per trasportarsi fino a gennaio inoltrato, assorbendo altre feste come Capodanno ed Epifania. L’inverno, da sempre, è il periodo di maggior affluenza cinematografica, viste anche le evidenti limitazioni climatiche. Pasqua perde punti su ogni argomento: dura meno di una settimana e cade, guarda un po’, in un momento dell’anno in cui la gente preferisce uscire piuttosto che chiudersi in sala (o in casa, come da due anni a questa parte).

L’emozione

Altro elemento su cui spendere una riflessione è l’emozione. “Ai funerali preferisco i battesimi”, rispose il buon Giulio Andreotti quando gli venne chiesto il motivo della sua assenza all’esequie del generale Dalla Chiesa. Tralasciando il misto di ironia ed orrore generato dall’orecchiuto politico, riteniamo che questo pensiero possa aderire completamente al sentimento del pubblico rispetto alle feste di Pasqua. Il Natale è il racconto di una nascita, e questo paradigma può essere applicato a qualsiasi aspetto della vita quotidiana: può esserci la nascita di un’opportunità, di una famiglia, di un amore o di un bambino biondo e pacioccone che viene al mondo in mezzo pastori denutriti e scuri di carnagione. La Pasqua, invece, lancia un messaggio di speranza, ma lo fa dopo averti donato lo strazio ed il racconto di una sofferenza: elementi che, senza dubbio, appesantiscono l’animo dei credenti e non.

Queste differenze nascono sulla base di riflessioni evidenti che non possono sfuggire ad un fruitore medio. In realtà, probabilmente, potremo scoprire che non esistono film di Pasqua semplicemente perché non ci sono bandi ed erogazioni finanziarie in questo periodo dell’anno.

Sta di fatto, che vorremmo sapere voi cosa ne pensate al riguardo e se ci sono ulteriori spunti che abbiamo tralasciato. Il primo che ci caccia come esempio un qualsiasi film con un coniglietto allucinato che depone uova colorate sarà segnato nella nostra blacklist. TANTI AUGURI.

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