Il multiverso nel cinema

Il multiverso è un concetto che è stato declinato nella filosofia, nella scienza, nella letteratura e nel cinema. Universi paralleli che coesistono e che rivelano una realtà diversa da quella che conosciamo. Scelte differenti conducono a conseguenze importanti, le quali modificano la nostra intera esistenza. Ecco perché questo concetto attira così tanto il pubblico: la possibilità di vivere infinte esistenze e di scoprire cosa comporta un’azione invece che un’altra.

Cosa sarebbe accaduto se avessi fatto questa scelta invece di quest’altra? Cosa sarei potuto diventare? Domande, domande e domande. L’ipotesi di infiniti universi paralleli desta in noi la curiosità di approfondire esistenze personali che in realtà non ci appartengono ma che avrebbero potuto concretizzarsi.

Il multiverso è anche un ottimo espediente narrativo, basti pensare all’MCU. Ma può fungere paradossalmente anche da collante che unisce i personaggi in gioco analizzandone i conflitti, come “Everythng Everywhere All At Once”

Bandersnatch: la scelte creano molteplici realtà

Tempo fa Netflix distribuì sulla sua piattaforma un film che faceva riferimento alla serie Black Mirror, Bandersnatch. Un film interattivo nel quale lo spettatore aveva la possibilità di scegliere per il protagonista. Tali decisioni comportavano alla creazione di differenti storie.

La scelta qui svolge un ruolo fondamentale e tutti quei “what if..” che conserviamo nel nostro immaginario iniziano man mano a prendere forma. Il cinema in questo modo sconfina, si reinventa e propone un nuovo modo per raccontare una storia. Siamo noi spettatori ad inserire i tasselli di una storia versatile, plasmabile e molteplice. Siamo i fautori di un percorso che non è lineare ma che è articolato da biforcazioni, le quali ci condurranno in diverse destinazioni.

Nel mondo videoludico siamo noi i protagonisti di quelle storie e in certi casi abbiamo anche l’opportunità di poter scegliere che percorso seguire. Ora la domanda è la seguente. è giusto attribuire questa funzione anche al cinema?

Ritorno al futuro: il paradosso dell’almanacco

L’esistenza di infiniti universi paralleli è la falla dei viaggi nel tempo di “Ritorno al futuro”. Questo argomento è stato già ripreso dalla serie “The Big Bang Theory” qualche anno fa, ma sollevò una questione curiosa. Nel momento in cui Biff ruba l’almanacco sportivo e lo consegna al giovane sé, non sarebbe potuto tornare alla sua linea temporale, ma avrebbe creato una frattura nello spazio tempo che avrebbe dato origine ad una nuova linea temporale. Il tempo non è lineare come viene descritto nella famosa pellicola di Zemeckis ma è frammentato ed ogni cambiamento si ramifica in una realtà parallela.

E’ curioso come il multiverso sia la riposta ai paradossi dei viaggi nel tempo.

Everything Everywhere All at Once

La notte tra domenica 12 e lunedì 13 si è svolta la novantacinquesima edizione degli Academy Award in cui una delle pellicole che n’è uscita più trionfante è stata proprio Everything Everywhere All at Once. Il film prende il concetto del multiverso e lo applica ad una storia vera. Mi spiego meglio. Fino ad allora questo concetto era stato utilizzato per i film dell’MCU. La Marvel oramai ci aveva abituati a questi espedienti narrativi che a dirla tutta avevano un po’ stancato. Ma questo film è riuscito a riprendere tale espediente per creare qualcosa di assurdo e complesso. Una storia folle che si fonda su emozioni reali. E’ per questo che il film ha avuto l’approvazione della critica, perché a differenza di Spiderman No Way Home qui si tenta di dare ordine a un caos di emozioni che toccano corde sottili dell’animo umano.

Il multiverso è certamente un espediente narrativo utile quando si tratta di sconfiggere un villain in un film di supereroi, ma la pellicola vincitrice di ben sette premi oscar ci ha dimostrato che l’esistenza di infinite realtà parallele è solo un modo per apprezzare quello che abbiamo intorno.

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