I conflitti di una storia

I conflitti di una storia contribuiscono a mandare avanti la narrazione e, inoltre, portano ai punti di svolta che generano curiosità nello spettatore. Ogni dialogo è conflitto: pareri opposti che si scontrano e portano ad una risoluzione, negativa, positiva o ironica.

I conflitti contribuiscono alla progressione di valori in gioco nella storia.

La vita è conflitto, senza conflitto non si progredisce e restiamo impantanati nelle nostre idee, senza un reale confronto con il mondo. Abbiamo bisogno di lottare per arrivare dove le nostre ambizioni ci trasportano. Non esiste economia nelle nostre scelte. Non esiste un facile compromesso e, soprattutto, non tutto ciò che facciamo è scontato. Spiegatemi il senso di una storia priva di lotte che, si limiti a raccontare un episodio insignificante e che, inoltre, abbia una risoluzione banale. I nostri pensieri devono trasformarsi in azioni, le quali, devono battersi per emergere.

I conflitti compongono la storia

Qui di seguito è riportata la svolta narrativa di una scena del film Kramer contro Kramer. Ted e Joanna sono marito e moglie, genitori del piccolo Billy. Joanna, sentendosi insoddisfatta della propria vita e sottovalutata da suo marito, decide di abbandonare la famiglia.

Ted Kramer: Ti prego, tesoro. Andiamo… e Billy?

Joanna [entrando in ascensore]: …No, non lo porto via con me. Non sono giusta per lui. Sono tremenda per lui. Non ho pazienza… Starà molto meglio senza di me.

Ted Kramer: …Joanna, ti prego.

Joanna: …E c’è anche che non ti amo più.

Questo film è dotato di una sceneggiatura brillante. Gli sceneggiatori hanno saputo gestire i dialoghi con un economia sorprendente, ogni parola, ogni sguardo, ogni silenzio è propedeutico per il racconto. La coppia si batte per due pareri opposti: Ted pensa che la loro vita sia perfetta e che non necessiti di un cambiamento, mentre Joanna non si sente compresa e intende intraprendere una nuova vita. Dovete capire che scene, sequenze e atti hanno il proprio climax e quest’ultimo emerge grazie ai conflitti.

Il divario

E’ importante distinguere quello che potrebbe succedere dalla necessità. Facciamo un esempio: un uomo si sveglia presto, si prepara per la giornata lavorativa che lo aspetta ed esce di casa, pronto a ripetere la stessa routine il giorno seguente. Un racconto del genere annoierebbe dopo poco. Ora capite che la storia necessita di un evento che apra un divario e generi curiosità (spinta narrativa). Ripropongo la storia: un uomo si sveglia in tarda mattinata e si accorge di essere in ritardo per il lavoro, si prepara in fretta e furia, ma una volta arrivato viene licenziato dal capo. Cosa accadrà ora? Cosa farà? Come? Domande, domande e domande.

Nel nostro corto The Magic Crown viene messo in gioco il conflitto tra la ragazza e il padre e ciò la porta ad un svolta narrativa: distaccarsi dalla realtà e aggrapparsi ai sogni. Per saperne di più CLICCA QUI

Livelli del conflitto

Ci sono diversi tipi di conflitto di una storia. Il conflitto sociale: un individuo contro le forze politiche, amministrative e burocratiche. Conflitto personale: scaturito dalle lotte tra un individuo e un familiare, un amore, un amico ecc… Infine, il conflitto interiore, che un personaggio ingaggia con se stesso. Questi conflitti attribuiscono complessità al personaggio e alla storia. Un personaggio deve possedere tutti e tre i livelli di conflitto e andare avanti fino al climax della storia (punto di risoluzione).

Pensateci bene, ognuno di noi porta avanti le proprie battaglie. Siamo tutti in lotta contro il mondo e con le forze che lo governano. Lottiamo contro le persone che amiamo, e dopo ogni conflitto scopriamo parti di loro e di noi sconosciute, ma soprattutto, siamo in conflitto perenne con noi stessi. Siamo un totem di contraddizioni che si scontrano ogni giorno. Non ci diamo pace. Andiamo alla ricerca di una verità interiore che ostina a nascondersi, passando un’intera vita a batterci per le nostre idee. Dopotutto, non è questo il miglior modo di vivere?

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