“Elsa”: una fiaba impressa su pellicola

“Elsa” è il cortometraggio che si è aggiudicato il Premio Speciale alla IV edizione del NaNo Film Festival. Opera prima del regista parigino Jean-Marc Guillier, “Elsa” è un racconta fiabesco che si addentra in ricordi lontani. Una storia che viene impressa su pellicola. Il film, infatti, ci riporta ai tempi in cui una striscia di celluloide era il risultato di un’opera artistica. Quel suo aspetto grezzo misto ad un’atmosfera crepuscolare, infatti, dona al film un’anima, un corpo e un tempo.

Elsa è una bambina che si rifugia nei ricordi e che guarda al passato con aria romantica e fortemente malinconica. Il suo viale dei ricordi è percorso da un lungo binario che lei è solita seguire stando in bilico. Un bambino di nome Paul, però, la distoglie dal suo percorso incalzandola con svariate domande che sviscerano il trascorso problematico della famiglia di Elsa. Quest’ultima, una ragazza temprata dai dolori della vita che volta le spalle al presente, si proietta nel passato, dove può rivivere la spensieratezza di un tempo. E Paul, un bambino che tutto ciò che conosce della vita rimanda a un grande punto interrogativo.

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La storia si articola proprio come una fiaba. I ricordi che la protagonista rivive fanno parte del suo immaginario ma appaiono più reali che mai. Durante il racconto Elsa si pone degli obiettivi ma sembra essere condizionata da un mondo che nessuno, eccetto lei, riesce a vedere.

Jean-Marc Guillier è riuscito attraverso una regia profondamente nostalgica a fare del film un sorta di viaggio in cui tutti noi ci possiamo rivedere, una macchina del tempo che ci riporta a quelle sensazioni che si mischiano bene con l’atmosfera circostante apparendo poco nitide e indefinibili.

Le performance attoriali poi aggiungono quella goccia di ingenuità che attribuisce ancora di più corpo alla storia che non pretende di rattristare ma vuole semplicemente incantare.

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