Bangherang per sempre: lettera a Robin Williams

Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva. Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare. Ecco, quando leggete, non considerate soltanto l’autore. Considerate quello che voi pensate. Figlioli, dovete combattere per trovare la vostra voce. Più tardi cominciate a farlo, più grosso è il rischio di non trovarla affatto. Thoreau dice “molti uomini hanno vita di quieta disperazione”, non vi rassegnate a questo. Ribellatevi! Non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno! Osate cambiare. Cercate nuove strade.

Lettera a Robin Williams

Caro Robin,
Sto scrivendo un articolo che parla di te. E lo faccio non perché lo scorso 21 luglio hai compiuto settant'anni, ma semplicemente perché ho una stramaledetta voglia di farlo. Il tuo compleanno è puramente una scusa per approfittarne. Se dipendesse da me, scriverei qualcosa che ti riguarda ogni settimana, ma mi rendo conto che risulterei noioso e fortemente ripetitivo. E ora che sono qui, davanti al computer, realizzo che parlando di te mi assumo una grande responsabilità. Non mi va di prendermi questo spazio, mettendo in mostra la tua filmografia, oppure, trascrivendo la tua intera vita, sottolineando i tuoi pregi e anche i difetti. Non mi va per niente, c'è Wikipedia per quello. No, la mia è una lettera a tutti gli effetti, è tutto ciò che avrei voluto dirti senza filtri, non rispettando i canoni del classico articolo con i suoi link e i suoi riferimenti. 


Hai segnato così tanto questo mondo, hai segnato così tanto me stesso e il mio modo di percepire la realtà. Da piccolo giravo per la scuola con in mano "Hook", costringendo il corpo insegnanti a portare il televisore in classe e a guardarlo insieme. Mi hai reso un bambino un po' bizzarro ma con tanti sogni nel cassetto e con una voglia incredibile di impressionare chi mi stava attorno.
Sei uno dei motivi per cui mi sono appassionato al cinema e ,tuttora, guardando i tuoi film continui a farmene innamorare. Sei il bimbo sperduto col qualche avrei voluto stringere amicizia e il professore di letteratura che mi avrebbe spronato a dare di più. Sei quella figura con la quale non mi sono mai confrontato di persona ma che, in qualche modo, è stata sempre presente. 


Pochi giorni prima della notizia della tua scomparsa guardavo un tuo film " Jakob il bugiardo", che devo ammettere, mi mancava, e pensavo a quanto riuscissi a rendere un ruolo tanto drammatico così carico di meravigliosa ingenuità infantile. Perché sei sempre stato così, il tuo viso parlava da solo. Oh capitano, mio capitano" ti ringrazio perché, sin da piccolo, hai acceso quella scintilla di speranza in me che continua a persistere, e mi da la forza di credere in quello che faccio. La nano film ti ringrazia perché se facciamo questo lavoro, se crediamo fermamente in quello che facciamo e a ciò che rappresentiamo, lo dobbiamo anche a te. Sono consapevole del fatto che questo articolo non rispecchia ciò che un lettore si aspetterebbe di trovare e che sia particolarmente privato e poco didascalico ma lo dovevo al me bambino, che è cresciuto sognando un giorno di poterti incontrare. 
Grazie di tutto Robin e bangherang per sempre. 

                                                                                                                                        Dalla Nanofilm 

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